Teatro Contatto, CSS, Udine – L’appuntamento con ricci/forte è immancabile: pochi altri sanno creare l’evento e, soprattutto, l’attesa dell’evento come loro: spesso eccessivi, viscerali, i(pe)rreali(stici).
Udine – piccola, solitamente descritta come sonnacchiosa e tradizionalista – per mano del CSS – Teatro Contatto li ha da tempo adottati e gli ha dato modo di esprimersi al massimo delle loro potenzialità artistiche.
Quest’anno hanno voluto disegnare un personale bilancio artistico attraverso una linea del tempo virtuale: hanno riproposto un loro grande successo del passato, Pinter’s Anatomy, e dato alla luce un nuovo tracciato esistenziale, quello di Easy to Remember.
Ed è proprio con quest’ultimo che, racchiusi in un ossimoro sia parziale sia complessivo (nulla è “easy”, facile, nella loro opera e, certamente, non è semplice per nessuno affondare nei ricordi della propria esistenza), ci regalano un’ora indigesta, forse incompiuta, ma ricca di sfumature. Un’ondata di spunti che arrivano a smuovere la nostra pigrizia mentale favorita dall’immobilismo, personale e collettivo, e dalla volontà di adagiarci al “comodo” vuoto culturale per fronteggiare l’insensata frenesia contemporanea.
La storia da cui ricci/forte partono, per ricamare le crepe al nostro pensiero, è quella della poetessa russa Marina Cvetaeva: una vita che è mille delle nostre vite, fatta di continui ribaltamenti (compagnia/solitudine, salute/malattia, amore/sofferenza) e laceranti contrapposizioni, fino al tragico epilogo.
Assistiamo, immersi in una stanza completamente bianca e con l’innesto di musiche spesso assordanti, al balletto di due figure femminili: da quello virtuale nel segno del dualismo vittima/carnefice a quello reale nel segno della totale complicità.
Siamo di fronte a un insieme di suggestioni in cui prevale il disorientamento provocato da un flusso di coscienza (memoria) di ricordi, paure, critiche a un passato e a tradizioni ora piacevoli, ora odiate.
Basato sul potere evocativo di quadri personali in libertà e accarezzato dalla non semplice prosa poetica della Cvetaeva, lo spettacolo ci ricorda quanto la memoria sia spesso una risposta data alla nostre esigenze di ricordo (affetto, odio, vendetta, …): una cassa da morto può essere piena di splendidi girasoli, trasformarsi in un contenitore di incubi sotterranei o essere il trampolino per spiccare il volo.
Ma ognuna di queste è solo un riflesso del nostro desiderio del momento (i fiori, bellissimi, non sono di plastica? non sono un illusorio tappeto adimensionale che appare e scompare? non sono di una bellezza superficiale, uguale a se stessa, potenzialmente kitsch?).
Teatro di quadri, voce, mimo prima che di azione, Easy to Remember è un ottovolante di emozioni, attraversato da una sana repulsione, pieno di accelerazioni e decelerazioni in precario equilibrio tra ricerca dell’anima (le radiografie) e scontro con l’acida realtà (colori fluo che irrompono sulla scena); spesso sincopato, ma incredibilmente affascinante e capace di scavare tra le pieghe dell’esistenza.
“EASY TO REMEMBER”
assistente alla regia Ramona Genna
direzione tecnica Danilo Quattrociocchi