Due minuti, solo due minuti d’inferno

Antonio Conte

Letteratura
2 Giugno 2024

Due minuti, il tempo di una giravolta, dall’inizio alla fine senza passare dal via, il tempo di un incidente con la macchina durante una notte di pioggia, il tempo di liquidare un’ascoltatrice alla radio che parla di Satana, di Dio, dei Santi tutti quanti. Due minuti, qualche volta tanto bastano per cambiare la propria vita, anche senza volerlo, un bambino incontrato sulla strada tornando, una ragazza bellissima che geme di piacere in un letto, un vecchio ospedale psichiatrico. Due minuti per essere maledetti, sornioni e arroganti, per sprofondare in un incubo nella campagna toscana, per sederci con Marco a bordo della sua auto e andare, direzione l’inferno, la vita di tutti giorni, il lavoro dei campi, una famiglia normale, il mulino bianco.

Nel suo romanzo Due minuti di inferno, Giorgio Attanasio racconta di menzogne e bugie, di false verità e segreti nascosti, quelli di una famiglia normale, forse. Come in un sogno Marco, un giornalista che non crede a niente, si troverà ad affrontare realtà su piani diversi che trasformeranno la sua vita in un incubo dal quale non riuscirà più ad uscire. Due minuti d’inferno, il tempo di entrare nel libro, tra le pieghe delle pagine e anche noi resteremo bloccati senza distinguere la vita vera da un’allucinazione, un sogno da un racconto, un bambino vivo da un bambino morto e come Marco potremmo trovarci a mettere in discussione tutto, le nostre convinzioni e sicurezze, quello in cui abbiamo sempre creduto e quello in cui proprio non riusciamo a credere. Un vortice inquietante dal quale sarà difficile uscirne senza pensare che forse tutto quello che che vediamo e tocchiamo, che proviamo a sentire, è frutto della nostra immaginazione. La più grande beffa che il Diavolo abbia mai fatto al mondo è stata quella di convincere tutti che non esiste, lo stesso ha fatto Giorgio Attanasio. Farci credere che la realtà che viviamo è quella che riusciamo a percepire con questi nostri occhi. Che tu sia maledetto Marco.