Uno degli eventi più drammatici dell’ultimo secolo raccontato in una miniserie televisiva firmata HBO: Chernobyl di Craig Mazin e diretta da Johan Renck.
In Italia è già in onda su Sky Atlantic a partire dal 10 giugno e l’ultima puntata è prevista lunedì 8 luglio 2019.
Come è noto, si tratta della centrale nucleare esplosa il 26 aprile 1986 in Ucraina (reattore RBMK), che all’epoca era parte dell’Unione Sovietica.
Ricordiamo che le motivazioni inerenti all’esplosione erano state segretate dall’URSS. La serie consta di cinque puntate di quasi un’ora ciascuna e si svolge senza mai annoiare lo spettatore. La narrazione è, a tratti, dal taglio quasi documentaristico. In questo modo arriva a descrivere i punti salienti del disastro, facendolo comprendere anche ai non addetti ai lavori.
Inoltre, la drammaticità di alcune delle tragedie umane causate dall’evento, rendono questa miniserie un vero capolavoro.
Chernobyl pone al centro anche quelle che sono state le responsabilità politiche e tecniche sul malfunzionamento delle centrali nucleari, dunque ci vengono fornite delle spiegazioni scientifiche che difficilmente si conoscono, permettendoci di comprendere meglio le origini di questa catastrofe. Soprattutto sarà il personaggio Legasov (Jarred Harris) a spiegare il funzionamento di una centrale nucleare, in modo semplice e comprensibile a chiunque. Vengono descritte le colpe strutturali, l’incuria degli stessi ingegneri e le manie di onnipotenza insite di alcune figure, ma che, per esteso, riguardano proprio l’essere umano.
La miniserie della HBO si ispira perfettamente al fatto storico, anche se ci sono alcuni accorgimenti usati per questioni di semplicità. In particolare, la presenza di un personaggio che in realtà si scopre non essere davvero esistito. È quasi l’incarnazione dell’integrità morale e della coscienza, che avrà un ruolo molto importante per Legasov. Tutti gli altri attori interpretano persone realmente esistenti. Uno di questi è Boris Shcherbina (Stellan Skarsgård), intervenuto sul posto per ordine di Gorbaciov e che ne è rimasto coinvolto personalmente sotto ogni aspetto.
Un elemento che aggiunge merito alla miniserie, è quello di rendere i personaggi incredibilmente somiglianti a quelli reali e di non usare particolari effetti visivi, ma di concentrarsi sulla loro introspezione. Questo consente allo spettatore di percepirne quasi la sofferenza.
Infatti, se la parte politica e tecnica risulta interessante, quella umana riesce a far vivere in un continuo stato di angoscia e tensione per la sua descrizione brutale: chi ha soccorso senza sapere a cosa stesse andando incontro, chi ha sacrificato la propria vita consapevolmente, l’evacuazione forzata e tardiva di chi si trovava a Prypiat ecc…
Molte vittime ignoravano di essere colpiti da forti radiazioni e che di lì a poco avrebbero perso la vita. Nessuno ne parlava e soprattutto non si parlava dell’entità, molto più grave di quella di Hiroshima e Nagasaki.
I modi approssimativi di affrontare il grave problema, negandone l’evidenza, lasciano a dir poco sconvolti. Il gioco dell’additare la colpa all’altro poi, funge quasi da parola d’ordine.
Ancora oggi quelle zone sono fortemente radioattive. D’altronde, si noterà già dalla prima puntata che gli stessi ingegneri, non capacitandosi inizialmente di cosa stesse succedendo, non sono nemmeno in grado di comprendere la gravità della situazione.
Per molto tempo la verità non è stata fatta trapelare perché l’Unione Sovietica ha sempre voluto dare all’estero l’immagine di una istituzione politica integra, senza difetti. Ci viene spiegato come gli scienziati sovietici hanno cercato di rendere pubblica una verità scomoda, anche per il loro stesso governo e a discapito delle loro stesso vite. Minacciati costantemente, venivano obbligati a mantenere sia silenzio, sia il loro dovere nei confronti dello Stato.
Dalla Russia giunge notizia che sarà presentata un’altra versione dell’incidente. Ritengono di parte quanto raccontato nella miniserie HBO: secondo la loro versione, sarebbero state alcune spie statunitensi a causare l’esplosione della centrale. Hanno anche palesato la loro contrarietà per le imprecisioni storiche nella serie televisiva.
” […]La verità non si preoccupa dei nostri bisogni o desideri. Non si preoccupa dei nostri governi, delle nostre ideologie, le nostre religioni. Rimarrà là in agguato per sempre[…]”.
Questa miniserie ci ricorda che quanto è successo, può sempre accadere e che non è un evento destinato al passato: può riguardarci, anzi, ci riguarda in prima persona.
Ci ricorda che spesso ci confrontiamo con chi non si assume le proprie responsabilità. Ci ricorda che è nostro dovere informarci sugli eventi negativi della storia dell’uomo. Ci ricorda di dare un senso a quelle vite che sono state stroncate, offrendo loro questo tributo.
“[…]Quando un tempo avrei temuto il costo della verità, ora mi chiedo solo: qual è il costo delle bugie?[…]”
Le parti oscure della nostra umanità non sono un qualcosa che è destinata a rimanere nel passato, potrebbero riemergere in ogni luogo e in ogni tempo.
Chernobyl della HBO non è semplicemente consigliata, merita di essere vista.