Benvenuti nel mondo dei Novaffair, la band rock partenopea che sta conquistando cuori e orecchie con il suo suono avvolgente e le liriche coinvolgenti.
In questa intervista esclusiva ci immergeremo nella storia dei Novaffair, esplorando il loro percorso di formazione, le influenze musicali e le esperienze significative che li hanno portati al successo.
Dalle strade di Napoli alla firma con l’etichetta lombarda Accannone Records, capitanata dal Tour Manager Max Martulli, scopriremo come questa band ha plasmato il proprio destino musicale.
Pronti per partire per questo viaggio?
Cuffie nelle orecchie e accompagnati dal loro sound preparatevi per un’intervista che vi farà conoscere meglio questa talentuosa band e il loro viaggio nell’universo della musica rock alternativa italiana.
Esploreremo i dettagli dell’EP Aut Aut, le loro canzoni più significative e i progetti futuri. I Novaffair ci sveleranno anche le loro aspirazioni per futuri collaborazioni musicali e ci porteranno nel mondo di La fine del giorno, il loro brano più recente.
Cosa ha portato alla formazione dei Novaffair nel 2016?
Ci conosciamo da prima del 2016, ognuno di noi suonava in varie band dello stesso circuito. Affinità umane e musicali ci hanno portato in maniera naturale in sala prove, poi sui palchi, poi in studio. I Novaffair sono nati senza nemmeno accorgercene. Siamo cresciuti con il mito delle grandi band inglesi ed americane di estrazione principalmente rock, ma da italiani e napoletani, anche molto legati alla “canzone” ed alle belle melodie. Avevamo l’esigenza di scrivere canzoni con cui poter esprimere ciò che eravamo, in cui le nostre influenze musicali potessero guidarci, senza troppi compromessi.
Passando ai vostri primi passi nella musica, nel 2020 avete avuto un incontro significativo con il cantautore e produttore Massimo De Vita, che ha lavorato alla produzione del vostro singolo “Weekend”. Come è nata questa collaborazione e come ha influenzato la vostra musica?
L’incontro con Massimo de Vita è stato fondamentale, gli abbiamo portato un provino di “Weekend” e da subito è stato “go with the flow” (cit).
Massimo lo conoscevamo principalmente come artista “Blindur”. Abbiamo iniziato ad approfondire anche le sue produzioni e per quanto non ce ne fossero al tempo di realmente rock, abbiamo intravisto una potenziale sensibilità anche in quella direzione. La collaborazione non ha smentito l’intuizione, anzi…è il più duro di tutti! È stato fondamentale per noi non solo nella produzione musicale, ma soprattutto nel darci la motivazione a fare rock senza se e senza ma. “Siete dei rocker di provincia” ci ripeteva, ed abbiamo iniziato un percorso che continua ancora oggi.
Il vostro brano “Weekend” vi ha portato a essere selezionati tra i finalisti del concorso #1MNEXT2021. Qual è stato il momento più emozionante di questa esperienza?
Sicuramente una vetrina importantissima. La prima volta che abbiamo suonato “Weekend” dal vivo…è andata bene dai! Per quanto non preferiamo la meccanica di condivisioni e like nei processi selettivi dei contest, durante #1MNEXT fummo piacevolmente sorpresi dal supporto di tantissime persone e dall’apprezzamento sul brano.
Potete raccontarci come è nato Aut Aut e chi sono stati i principali ispiratori per questo EP?
Aut Aut nasce dalla voglia di “fissare” delle idee che da tempo avevamo in testa, all’epoca senza una forma definitiva. Sentivamo l’esigenza di scegliere, di attraversare il bivio…nel nostro caso è stata la strada di continuare a fare la musica che ci rappresenta, nonostante gli impegni, le mode ed il territorio che viviamo. Be yourself, is all that you can do (altra cit.)
Io sono la neve sembra un brano molto significativo. Cosa volete comunicare con questa canzone e qual è la vostra canzone preferita nell’EP?
Io sono la neve è la canzone che per noi è l’ammiraglia di Aut Aut. Caratterizzata da un mix di influenze alternative rock e pop, la canzone parla di quanto possa essere difficile affrontare emotivamente ogni tipo di relazione. “Incontri” una parola che fa pensare all’ avvicinamento, ma spesso più che tra persone sembrano incontri di boxe, dove si combatte per perdere…perdere il titolo di anaffettivo, affidatoci con avvilente banalità da chi non riesce ad andare oltre. Non ti fermare Rocky, puoi riuscirci (autocit.)
Quali sono le collaborazioni musicali che sognate per il futuro?
Con Manuel Agnelli al momento abbiamo condiviso il backstage, in futuro ci auguriamo il palco, magari su uno stesso brano. Collaborare anche con i Verdena sarebbe fantastico, una delle poche oasi nel deserto del rock in Italia. Sognando a livello internazionale Arctic Monkeys, Queens of the Stone Age, Foo Fighters sono sicuramente delle band icone del rock, sarebbe un onore immenso collaborare, ma pensiamo al momento ad opportunità più accessibili…poi chissà.
Cosa dobbiamo aspettarci dai Novaffair nei prossimi mesi? Ci sono nuovi progetti o concerti in programma?
Nei prossimi mesi lavoreremo all’uscita del disco che sarà anticipato da vari singoli, il primo è stato La Fine del Giorno che in realtà ne sta annunciando uno nuovo per noi…un paradosso…cominciamo bene! A breve annunceremo anche qualche live. Seguiteci.
Per concludere, vorremmo sapere qualcosa in più proprio riguardo al vostro brano “La fine del giorno”. Qual è la storia dietro questa canzone e cosa vi ha ispirato a scriverla?
La fine del giorno racconta l’intorpidimento causato dalla negatività che viviamo in una società “livida”, ricca di rabbia repressa, dove la speranza si ferma al minore dei mali. Noi siamo fiduciosi. Potrebbe non essere la fine del mondo, ma semplicemente la fine del giorno, un momento che passerà. Dopotutto… è sempre più buio appena prima dell’alba (ultima cit.)