L’ultimo scorcio del 2024 ha visto la nascita nella Chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli di Moto d’origine, intervento site specific dell’artista Gianluigi Maria Masucci a cura di Giorgio Verzotti, progetto promosso e finanziato dal Comune di Napoli nell’ambito della programmazione di arte contemporanea 2024. La recensione del nostro Mimmo DI Caterino.
“Uomini e donne diventano simili, e non uguali, come i poli opposti. La società contemporanea predica questo ideale di uguaglianza perché ha bisogno di atomi umani simili tra loro, per farli funzionare in una massa compatta: tutti obbediscono agli stessi comandi e tuttavia ognuno è illuso di seguire i propri desideri. Così come la moderna produzione di massa richiede la standardizzazione dei prodotti, così il processo civile esige la standardizzazione dell’uomo. Questa standardizzazione è chiamata uguaglianza.” Erich Fromm, L’arte di amare, 1956
Moto d’origine è l’intervento dell’artista Gianluigi Masucci presso la Chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli: connessione armonica tra un artista che studia e ricerca l’energia (nel corpo, nel tempo e nello spazio) e uno dei luoghi più energetici di Napoli, la cui memoria risale a un’antica acropoli risalente al IV secolo.
Gianluigi è artista che sento vicino per diversi motivi:
- il modo con cui si muove per la città da anima solitaria che indaga sente e osserva energie, vibrazioni ed entità in movimento.
- figlio d’un artista che è stato storico pioniere e padre della videoarte e dell’installazione alfabetizzando una città che era ancora vincolata e limitata dall’Accademismo e della tradizione, Lello Masucci, un signor pittore: è nato in un contesto e nucleo dove sentire e comprendere l’arte, attraverso corpo, gesti ed educazione è stato biologicamente naturale, non sovrastruttura ma natura biologica.
- la ricerca del segno e del simbolo come riflesso di biologia naturale generato spontaneamente.
- L’allontanarsi a tempo dalla sua città per amarla, incontrarla e armonizzarla con coscienza, la lontananza dalla propria origine consente di conoscersi meglio cambiando osservatorio da una certa distanza (tornato a Napoli dopo avere vissuto e lavorato a Ginevra)
- La ricerca dell’invisibile nell’invisibile e dell’invisibile nel visibile per arrivare alla propria essenza energetica cosmica.
Gianluigi ha lavorato sul suo corpo, il corpo dell’artista, lasciandosi attraversare da segni generati in automatico dalla mano destra e sinistra in contemporanea, un generatore di segni e simboli che diventano scrittura: il linguaggio dell’arte nasce ogni volta che nasce un bambino, a due mani in parallelo, a occhi chiusi, nulla impedisce all’arte e al corpo dell’artista di generare un fluire in divenire.
Un generatore di segni che non stagnano, che azzerando il confine tra processo e progetto, s’autogenera dinanzi a chi osserva, abbattendo il limite immaginario tra performance d’arte e fluire di vita.
Gianluigi è ricercatore d’essenza della memoria presente come energia, volteggia tra muri, palazzi, simboli, stemmi, frammenti e resti di memoria che focalizza con due mani, sottili pennelli e china, utilizza il video come generatore e catalizzatore di magnetismo, muove la condivisione e gli altri diventano parte integrante della storia e della memoria che si rigenera e remixa.
La memoria della città diviene territorio della pratica d’ascolto, gli altri diventano naturalmente estensione e riflesso del Sé originario, scolpisce il fuoco e sinergicamente con gli altri lo traduce in un fascio di luce che diventa scultura viva.
Nella Chiesa di Sant’Angelo a Caponapoli, nelle vicinanze correva un fiume, Sant’Agnello era il protettore delle partorienti, un video amplifica lo spazio della chiesa con l’immagine dell’acqua, la sua pittografia focalizza l’energia nel tempo che la trasforma.
Il fuoco è presente accanto alle colonne del Tempio Antico, intorno a lui nascono cerchi energetici, nel nome di un’entropia tra l’artista e gli altri che diventano unica energia del creatore.
Sette esplorazioni di carta s’elevano dinanzi lo spettatore sfidando la gravità e poi una mappa topografica dove ha condensato tempo e spazio della città di Napoli.
Non una mostra, ma un rito purificatorio di conoscenza e d’esplorazione della propria originaria coscienza individuale e collettiva che a partire da Napoli, si muove energicamente oltre le convenzionali misure di spazio e tempo, la dimensione uomo passa per la conoscenza e la coscienza della propria energia, questa è l’essenza dell’arte non contemporanea, ma eternamente fuori dal tempo.