Amo visitare le mostre d’arte contemporanea, un artista che ama l’arte senza limitarsi alla sua, deve relazionarsi e connettersi alla ricerca di un altro artista, che si sia vivi o morti fisicamente poco conta: il linguaggio simbolico dell’arte vive e connette esperienze di vita oltre il confine visibile e materiale tra vita e morte.
In quest’ottica, a Firenze per seguire la ricerca dell’artista Cagliaritana Caterina Incani, ho visitato a Palazzo Strozzi la mostra di Helen Frankenthaler, Dipingere senza regole. Perché il curatore Douglas Dreishpoon abbia scelto una didascalia di presentazione così massimalista non riesco a comprenderlo, a questo punto perché non ricalcare il classico “lo so fare anche io”?
Per inciso, stiamo ragionando d’astrattismo che dialoga con la pittura classica e rinascimentale, una sintesi d’armonia prossemica e compositiva: senza regole un cavolo!
Un artista che dipinga senza regole sarebbe privo di tecnica e mestiere, di formazione, consapevolezza, struttura grammaticale e biologica di ciò che rende umani (il linguaggio simbolico dell’arte). Senza regole non ci sarebbe dialogo e dialettica didattica tra artisti, non ci si sforzerebbe di comprendere l’altro, si determinerebbe un sistema d’individui alieni, chiusi nel proprio codice simbolico e distanti, funzionali solo a divulgare analfabetismo (cavolo ho descritto il tempo presente governato dall’idiozia identitaria mediaintegrata).
Helen è stata una fortunata figlia di classe agiata e progressista, donna libera in contatto con gallerie e artisti che determinavano il trend dell’arte del dopoguerra made in U.S.A., si è potuta autodisciplinare attraverso la sua ricerca artistica, ricerca non politico ideologica e neanche spirituale: estetica dell’armonia e del bilanciamento, solo poesia di colore liquido, vivo e rarefatto che tende a evadere dal contorno per definirsi.
Astratta ma non troppo, i suoi lavori hanno didascalie come “Muro aperto”, “Sogno occidentale” e “Pensieri mediterranei”, per ritmo e colore non ha nulla da invidiare ai suoi compagni di percorso storico generazionale come David Smith, Robert Motherwell, Louis Morris, Kenneth Noland, Jackson Pollock e Anne Truitt.
Diciamolo che l’arte in quanto linguaggio simbolico connettivo e collettivo, ha un’unica regola che valica puntualmente, quella dell’identità di genere sessuale, lo stato coscienziale di un artista non ha sessualità e quando e se le ha l’abbatte nel nome del fatto, che il linguaggio simbolico dell’arte è carattere sessuale principale dell’umano oltre i suoi limiti e distinguo di genere.
Helen Frankenthaler. Dipingere senza regole
Personale di Helen Frankenthaler
27 settembre 2024 – 26 gennaio 2025
Palazzo Strozzi
Piazza Strozzi, 50123 Firenze
Orario mostra: tutti i giorni 10.00-20.00 – giovedì fino alle 23.00 ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Helen Frankenthaler. Dipingere senza regole è co-organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze, e Helen Frankenthaler Foundation, New York.
Sostenitori pubblici: Comune di Firenze, Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Camera di Commercio di Firenze. Sostenitori privati: Fondazione CR Firenze, Intesa Sanpaolo, Fondazione Hillary Merkus Recordati, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi. Si ringrazia: Maria Manetti Shrem, Gagosian.
La mostra partecipa al progetto Equinozio d’autunno 2024, calendario dal 22 settembre al 6 ottobre 2024 che promuove i maggiori eventi d’arte contemporanea in Toscana coordinato dal Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci.
Info e prenotazioni: Tel. +39 055 26 45 155 – Dal lunedì al venerdì 9.00-18.00 – prenotazioni@palazzostrozzi.org