“Il maestro, nell’alchimia tradizionale, rivela ai suoi discepoli alcuni punti, alcuni principi, alcune formule che mai si troveranno scritte nei libri”. Serge Hutin, L’alchimia, Della Valle editore, 1971
La Fondazione Morra Greco ha il merito storico di lavorare per l’alfabetizzazione artistica della città di Napoli partendo dalla sua memoria.
Storicamente si relazione con artisti che si muovono mediantegrando i diversi linguaggi di genere dell’arte contemporanea, che riescono a sintetizzare attraverso la loro fisicità materiale vivendo la propria condizione materiale come una performance permanente, dal 19 Dicembre 2024 espone presso Palazzo Caracciolo di Avellino a Napoli Bauen und töten di Gregor Schneider (classe 1969), artista che da sempre lavora approfondendo il progetto d’opera d’arte totale, sondando il limite tra il possibile e l’impossibile della rappresentazione artistica (esiste questo limite?) e la tensione (o sovrapposizione) tra memoria collettiva e personale.
Il lavoro di Schneider si nutre della sua cittadina d’origine, Rheydt, dove vive e lavora: mezzo centrale della sua pratica artistica è l’installazione di spazi all’interno di luoghi, un duplicatore di stanze, di situazioni, di spazi e portali energetico esperienziali della memoria e della coscienza.
Nel 2001 è stato Leone d’oro alla Biennale di Venezia, lo stesso Leone alato è diventato un elemento da muovere ed esorcizzare.
Presenti in Mostra storici video che documentano come abbia rioccupato la casa di Goebbels, ministro nazista, compiendo azioni rituali come dormire e mangiare, lo scopo?
Esorcizzarne l’energia, sentendo la memoria di vita nell’ambiente, performance che è andata avanti fino alla demolizione della casa: prima della distruzione l’artista ha salvato la facciata esterna e ha scannerizzato e registrato le planimetrie dell’edificio (un modo per perimetrarne l’energia?).
Quello che chiede l’artista a chi incontra l’opera, con tanto di casa da visualizzare nella memoria è: voi cosa fareste con questa casa?
Nel 2011 a Calcutta, partecipa al festival Durga Puja (Dea Durga), festa religiosa che celebra la vittoria del bene sul male.
Sono presenti in mostra video che raccontano l’esperienza dell’artista e quattro sculture realizzate con detriti e resti delle Sculture della Dea, frammenti sacri riconsegnati al loro ruolo attraverso l’opera d’arte e l’operazione artistica.
Le sue installazioni hanno una linea di frontiera che pare mettere in comunicazione mondi ed energie spirituali passanti attraverso luoghi, azioni, oggetti e visioni che fanno capo alla memoria (individuale e collettiva) che lui esorcizza.
Schneider espone anche la documentazione fotografica di 400 MT Black dead end, del 26-11-2006, inaugurazione nel giorno dei morti del calendario Luterano.
L’artista aveva realizzato un’installazione sotterranea di 400 metri, un labirinto costruito nel sottosuolo di un palazzo a Napoli, viaggio a senso unico in un tunnel completamente buio, buco nero dove non era consentito utilizzare torce o cellulari, bisognava solo usare il corpo e il tatto per sentire il sommerso e l’occulto del sottosuolo (in fondo non c’è spazio quotidiano dove non si conviva con la morte, a Napoli lo sappiamo bene tutti).
Un artista non semplice da comprendere, non Warhol o gli Impressionisti con tutta la loro banalità da cartolina.
Uno che ha fatto della sua capacità d’osservazione e del sentire connesso, elemento di meditazione e trascendenza che porta ben oltre l’apparire e l’apparenza delle cose, la riproduzione delle stanze che dovrebbero ottimizzare tutto ciò che è necessario e confortevole, quanto ricordano celle a dimensione chiusa non umana in cui volontariamente ci costipiamo?
Il suo lavoro di ricerca ha una tensione consumistico processuale che si pone in forte conflitto con il mercato dell’arte contemporanea: relaziona le celle segrete di massima sicurezza di Guantanamo Bay e il White cube di musei o gallerie, stanze nelle quali morire, apologia del nazismo con polverizzazione della casa dove ha ritualmente vissuto come Goebbels, tutto è nella sua produzione fortemente simbolico con un lato oscuro, alchemico ed esoterico.
Tutto è simbolico nella materia della e con la quale ci circondiamo, nei luoghi che abitiamo dove scriviamo e costruiamo la nostra memoria, quanto è profondamente spirituale, visionario, sciamannino, alchemico e magico, nella sua complessa ritualistica questo approccio all’arte?
Capite quanto sia fondamentale il lavoro della Fondazione Morra Greco, in un contesto d’analfabetismo artistico, dove si celebrano cose come Andy Warhol o prima di lui gli Impressionisti, come portatori di dialettica critica contro l’omologazione imperante?
Non amo le Fondazioni, ma Morra Greco è una storia a parte, storia della memoria che preserva la sua distruzione con artisti che sanno veicolarla e trasmetterla oltre l’illusione umana e terrena della geolocalizzazione.
È l’unico spazio d’arte contemporanea a Napoli, che si muove su traiettorie simboliche pluridimensionali, che individua e rappresenta nella contemporaneità, nessuno come lei in Italia e in Europa nel mondo.
Bauen und Töten
personale di Gregor Schneider
19.12.2024 – 22.02.2025
Fondazione Morra Greco, Largo Proprio di Avellino, 17, 80138 Napoli (NA)
Orari di apertura: dal giovedì al sabato dalle ore 10:00 alle ore 17:30, Ingresso gratuito