“Da questa parte del mare” di G. Testa
Teatro Luigi Bon, Colugna di Tavagnacco (UD) – Gianmaria Testa apparteneva sicuramente a quel ristretto numero di persone che sanno cogliere l’essenza della vita da un soffio di vento, rendendo universale anche il più piccolo anelito, colorato anche il più grigio avvenimento. E, ancor più probabilmente, lo faceva senza la necessità di imporre una visione, ma con la spontaneità dei veri poeti e delle anime sensibili che dalla sofferenza rinascono e accarezzano, con la loro arte, la vita degli altri. Questo è quello che ci è sembrato di cogliere l’altra sera andando ad ascoltare, “Da questa parte del mare“, opera teatrale tratta dall’omonimo libro postumo di Testa e interpretato da Giuseppe Cederna.
Una scoperta tardiva, la mia, indiretta e, soprattutto, colpevole, ignorante. Ma una rivelazione che si è manifestata in maniera deflagrante, con tutta la potenza di parole e note che hanno incontrato la mente e subito riscaldato il cuore.
Sì perché lo spettacolo – scenograficamente minimalista, ma efficace : qualche pietra, poche sedie vuote, un finto stagno, delle lampadine pendenti accese – è un mosaico di fotografie sull’emigrazione, tra ieri e oggi, che racconta punti di vista differenti e sofferenti, tormenti da ascoltare e cercare lenire; ma anche sogni, utopie, allucinazioni. Storie di cui perdiamo quasi sempre il senso specifico, particolare, per annegarle nel nostro senso di anestetizzata convenienza generale, relegandolo a un titolo, a evento ormai distante.
Uno spettacolo che (rap)presenta anche l’abbraccio di Testa all’essere umano, alle sue paure, e un’intima, dolente, presa di posizione sul tempo che diventa un flusso annichilente sulla nostra visione puerile e materialistica delle cose e della vita.
Gianmaria Testa dà forma ai particolari, ci regala brandelli di esperienze, nomi, lacrime e sudore, qui veicolati dalla pacata e umanissima esposizione fatta di gesti accarezzati e sguardi timidi di Giuseppe Cederna, e ci avvicina, ci immerge in quel calore umido, prossimo, appicicaticcio, carico di dubbi morali, che appartiene alla storia di ognuno è che dovremmo sempre ricordare prima di giudicare chi è in difficoltà.
Da questa parte del mare
di Gianmaria Testa
con Giuseppe Cederna
regia di Giorgio Gallione
elementi scenografici: Lorenza Gioberti
luci di Andrea Violato
Un ringraziamento a Alessandra Ballerini e Marco Revelli per il loro contributo nella stesura del testo
Produzioni Fuorivia/ Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale in collaborazione con Teatro dell’Archivolto
Durata: 70 minuti