Oggettivamente è impresa alquanto ardua ripetere un capolavoro, soprattutto nel mondo musicale. La Paolino Paperino Band, uno dei gruppi più importanti dell’underground punk italiano, ci è andata vicino: il nuovo album C’è gente che dormono, che esce per l’ottima Kob Records, infatti, non è quel gioiello sono che è stato Pislas, disco entrato di diritto nel pantheon del punk tricolore, ma ha tutte le carte in regola per avvicinarvisi. Sarebbe facile trovare le differenze tra queste nuove quattordici canzoni (più due brani già noti) e quelle contenute nel loro album di esordio, se si esclude il mini lp geniale Fetta e i primi due demo in cassetta.
Nonostante i cambi di formazione, la Paolino Paperino Band rimane infatti un gruppo assolutamente unico nel suo genere, in grado di sfornare ottimi brani punk uniti a testi che definire demenziali sarebbe riduttivo: Microchip, ad esempio, è sicuramente una canzone tipica dello stile della band che riesce a parlare di aspetti sociali, ma con un appiglio assolutamente originale in cui l’apparente nonsense del testo cela una riflessione sull’uso smodato e alienante di social media e app. Discorso analogo per Ave, brano in cui la diffusione invadente di Radio Maria viene affrontata con la solita dose di ironia che da sempre contraddistingue la band. Colpisce anche Mobuto, brano ska punk in cui si racconta la storia difficile di un migrante, e il Ballo dei bulli, che riecheggia in pieno le atmosfere classiche del gruppo.
Per chi già conosce la Paolino Paperino Band sarà un piacere ritrovare un brano geniale come Ivo e la versione “ringiovanita” di un grande classico, La mela, che qui diventa appunto La giovane mela. Il punk rock melodico del gruppo trova le sue migliori espressioni in brani come Miami Rimini, con un ritornello che entra in testa subito, o Super Io. Ma il nuovo disco del gruppo modenese offre anche spunti diversi, come Preferisco venerdì, in cui il funk incontra il punk come la splendida Tonnoplast di “pislasiana” memoria.
C’è gente che dormono ricolloca quindi la band al suo giusto e meritato posto d’onore nel panorama punk italiano: dopo la prova non troppo riuscita del precedente Porcellum, il gruppo ha saputo comporre nuovi brani assolutamente molto gradevoli e che potranno diventare presto dei nuovi classici. Un album per chi li ha adorati, ma anche per chi ancora non li conosce.