Britpop, la storia raccontata in “Britannica”

Chiedersi se sia migliore la musica inglese o quella made in Usa può essere un gioco piuttosto inutile, ma è innegabile che c’è stato un lasso di tempo durante il quale la Union Jack svettava in testa alle classifiche e il Britpop era il fenomeno (non solo musicale) del momento. Oggi, purtroppo, di quella grande fucina di gruppi e artisti non è rimasto molto: alcune band si sono sciolte, altre progettano fantomatiche reunion, ma altre, per fortuna, rimangono fedeli alle loro sonorità e riescono a incidere ancora dischi di ottima qualità. Per capire cosa fosse il Britpop, come nacque e cosa lo rese così affascinante e trendy arriva nelle librerie un nuovo utilissimo libro edito dall’impareggiabile VoloLibero : Britannica. Dalla scena di Manchester al Britpop, di Alessio Cacciatore e Giorgio Di Berardino, è infatti qualcosa di più di una semplice guida all’ascolto.

Nelle pagine del volume i due autori, esperti, ma soprattutto veri appassionati del genere, ripercorrono le tappe che negli anni ’90 portarono alcune band inglesi alla conquista del mondo musicale. Una seconda british invasion, potremmo definirla, che aveva come alfieri i Blur e gli Oasis, ma che in realtà era formata da uno stuolo notevole di band di indiscutibile livello artistico. Alcune conobbero un discreto successo, come Pulp, Suede, Supergrass, Elastica, Kula Shaker, Stereophinics e The Verve, mentre altre, come i Bluetones e gli ottimi Ocean Colour Scene, ad esempio, rimangono tutt’oggi un gruppo che potremmo definire quasi di nicchia o, comunque, non così famoso (ingiustamente) come alcuni loro colleghi.

Cacciatore e Di Berardino, con uno stile coinvolgente, tratteggiano quindi il contesto musicale nel quale prese vita il Britpop e per farlo partono dalla scena di Manchester di fine anni ’80 col il movimento madchester e gli indimenticabili Stone Roses e Happy Mondays. I due autori arricchiscono il racconto con aneddoti curiosi e storie reali dei membri delle band, passando dal suono baggy alle prime sonorità che caratterizzeranno il Britpop, con quei richiami al passato e alla tradizione musicale britannica degli anni ’60 che furono il successo di molte band appartenenti al genere. Britannica è un’opera molto interessante sotto diversi punti di vista: oltre a fornire un resoconto preciso e completo della nascita e dello sviluppo di un genere musicale che fu anche un vero e proprio fenomeno sociale, il libro funge inoltre da preziosa guida per chi volesse rintracciare anche i gruppi meno noti, quelli che pubblicarono qualche singolo prima di scomparire dalle scene. Le schede sintetiche nella seconda parte del volume sono preziose in tal senso e sicuramente riserveranno delle sorprese anche al più accanito fan di Britpop.