Biografilm 2025. Livio Garzanti: Il gran viziato.

Livio Garzanti: il gran viziato – La morale nascosta di un editore formidabile, questo il titolo completo del film di Giacomo Gatti sulla vita di uno dei più importanti editori italiani. In questo doc, in visione al Biografilm Festival di Bologna, la figura di Livio Garzanti è raccontata da collaboratori, familiari e studiosi come estremamente complessa sia nella personalità che nel lavoro editoriale.
La voce di Toni Servillo ci guida alla scoperta della storia dì Livio che già da bambino era ossessionato dall’idea della morte, da quando la madre gli aveva spiegato che quelle belle conchiglie che raccoglieva sul mare erano gusci vuoti di animali morti. Forse egli tendeva a rappresentare – chissà se per suggestione montaliana – la vita e la sua assenza con dei correlativi oggettivi che ben trasmettono l’asprezza del vivere quotidiano. Di fatto Livio viene raccontato dalla moglie come un bambino e poi un adulto “ossimoro”, che era tutto e il contrario di tutto. Un figlio allontanato e un padre a sua volta assente.

Piccolo viaggio nell’editoria italiana

Il padre Aldo Garzanti, imprenditore chimico di successo, è colui che ha dato vita alla casa editrice, acquistando nel 1939, in conseguenza delle leggi razziali, la casa editrice Treves, cambiandone il nome in “Aldo Garzanti editore”. Questa figura di padre padrone, autoritario e burbero, isola il giovane Livio che ha velleità letterarie e filosofiche (si laurea in Filosofia e pubblicherà anche in età adulta diversi testi, filosofici e non), mentre il legame con la madre Sofia Ravasi, francesista e studiosa leopardiana, sarà sempre per lui un riferimento nella vita, anche in età adulta.

La casa editrice diventa con la sua guida, dal 1952 al 1995 (data in cui vende alla UTET di Torino), una delle punte di diamante della storia del nostro paese, promuovendo autori del calibro di Pasolini (nel film si ricorda anche il supporto legale e non dato allo scrittore, dopo la pubblicazione del dissacrante Ragazzi di vita), il Gadda del Pasticciaccio brutto di via Merulana, e una sfilza di altri autori significativi per la storia culturale italiana. A questo si affiancherà l’avventura delle “Garzantine”, che lo stesso Garzanti giustifica nel documentario con la volontà di dare alle famiglie italiane un sapere sintetico, puntuale ed accessibile, ma senza la volontà politica dell’originario progetto francese.

Editore controvoglia, ha pubblicato grandi nomi della nostra letteratura

Nel documentario, Garzanti, l’”il gran viziato” – la definizione è di Roberto Benigni, con un anagramma del suo nome e del cognome -, è presentato come editore controvoglia, burbero e rabbioso con i suoi sottoposti, generoso e lungimirante a tratti, non lineare nei comportamenti sia pubblici che privati. A fronte di questo suo carattere, viene raccontato come persona estremamente affascinante, colta e dall’indubbio talento, anche come scrittore. Le numerose attività di volontariato da lui sovvenzionate, di diverso tipo e finalità, testimoniano il suo approccio al mondo, di fare bene, oltre che del bene declinato in una miriade di sfaccettature. In questo risiede forse il significato morale di Livio Garzanti, questo eterno guardare dentro e fuori, in basso e in alto, “il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me”, come dice il suo amato Kant.

Prodotto da 3D Produzioni in collaborazione con la Fondazione Ravasi Garzanti, il film è stato proiettato il 9 giugno nel complesso di Santa Cristina ‘della Fondazza’, alla presenza del regista e di Andrea Babbi, presidente della Fondazione Garzanti di Forlì, che risiede in un splendido monumento voluto da Aldo e progettato dallo studio milanese Ponti-Fornaroli-Rossell negli anni Cinquanta.

 

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